residenze libere

The Nest, via Fontana

Un cilindro di legno e un cubo "vegetale" accolgono residenze dove prima c'era un parcheggio multipiano, in centro a Milano.

“The Nest – Abitare inaspettato” è un intervento di rigenerazione urbana che investe l’interno di un isolato in una zona centrale di Milano.

L’immobile oggetto di intervento è un parcheggio multipiano realizzato negli anni Sessanta, composto da due corpi distinti, uno cilindrico che contiene l’elicoidale di risalita e uno cubico costituito da quattro piani fuori terra, un rialzato, un seminterrato e un piano sotterraneo. L’immobile occupa la parte centrale di un isolato tradizionale, per lo più costruito sul bordo, e composto da edifici pluripiano occupati da residenze e uffici. L’accesso al cortile avviene dai due varchi esistenti su via Fontana (civici 20 e 22).

Il progetto architettonico di Barreca & La Varra e Studio Grazzi + Marciello si configura come demolizione e ricostruzione: il nuovo volume architettonico è un unico edificio integrato composto da un “cubo” (edificio A) e un “cilindro” (edificio B), che hanno accessi separati e contengono rispettivamente 27 e 12 appartamenti. Al piano seminterrato dell’edificio A e al piano terra di entrambi gli edifici, sono collocati degli spazi destinati ad uso ufficio. Nell’opera di demolizione e ricostruzione, il volume esistente viene solo in parte riproposto e l’impronta a terra dell’edificio esistente non viene totalmente sfruttata: il nuovo volume è infatti inscritto in quello esistente.

E’ possibile accedere all’interno della corte da entrambi gli ingressi su via Fontana. Il primo accesso (civico 20) sarà destinato preferenzialmente all’accesso veicolare dei residenti diretti ai box interrati. I pedoni avranno l’accesso preferenziale dalla nuova portineria ricavata con la manutenzione straordinaria del vano a piano terra dell’edificio su strada. Il cortile è organizzato tramite vasche trattate a verde in percorsi e aree di sosta con sedute, e alcuni alberi sono montati su pali di altezze differenti (da 3 a 9 m) che consentono di elevare le alberature alla quota delle finestre: il manufatto PaloAlto è prodotto da Lab 23 e disegnato da Barreca & La Varra. Il percorso diretto che dalla portineria porta agli ingressi delle due palazzine è coperto da una pensilina.

Se pur integrati, cubo e cilindro hanno accessi e corpi scale separati. Questa scelta è dettata dalla diversa collocazione altimetrica dei piani: nella porzione d’edificio A viene utilizzato il piano seminterrato come S.L. ad uso ufficio, mentre nella porzione cilindrica le superfici utili comprendono unicamente i piani fuori terra, destinando ai piani interrati unicamente gli spazi serventi.  La nuova portineria riutilizza uno spazio originariamente destinato a attività commerciale e oggi dismesso. L’edificio B organizza gli appartamenti attorno a uno spazio centrale che, dal piano primo fino al piano quarto, è uno spazio condominiale di sbarco scale e ascensori, mentre al piano quinto è uno spazio di accesso all’appartamento più grande (attico). Le stanze sono trapezoidali, sfruttando la geometria del cerchio a “fetta di torta”. Il parcheggio sotterraneo distribuisce 23 box auto.

 Le scelte effettuate dal punto di vista dei rivestimenti di facciata hanno un duplice obiettivo: garantire efficienza e sostenibilità degli elementi di rivestimento al fine di potenziare il carattere di contenimento energetico dell’edificio, e differenziare il carattere dei due edifici che, condividendo alcuni materiali di rivestimento, sono anche, per altri aspetti, differenziati.  L’edificio B è interamente rivestito di doghe in legno di profilo 3 x 10 cm in larice siberiano. Questi profili sono collocati a 3 cm circa dal cappotto esterno finito con rasatura di colore grigio. Le doghe in legno sono collocate con due diversi passi orizzontali: 9 e 18 cm. Il primo, che costituisce la porzione minore in percentuale di rivestimento, configura tratti di facciata più fitti ed è collocato in genere prossimo alle aperture finestrate; inoltre viene utilizzato, rinforzato opportunamente, come parapetto delle logge e delle porte finestre. Il secondo passo (18 cm), configura il trattamento tipo della facciata e ha la funzione – oltre che di ombreggiare – di rendere il fronte vibrante e disomogeneo a uno sguardo in movimento. Il trattamento a doghe prosegue a rivestire e nascondere i parapetti dei balconi e delle porte finestre, dando così alla facciata dell’edificio B una forte unitarietà con elementi cangianti e modulari al suo interno. Quest’ultimo rivestimento viene utilizzato anche per la parete esistente a confine, a partire dall’ingresso alla corte fino all’edificio. L’edificio A ha un rivestimento più articolato suddiviso nei diversi fronti, quasi mai percepibili da un unico spazio. Anche in questo volume si ritrova il rivestimento in doghe di legno già descritto per l’edificio B e, in particolare, nella facciata contigua sul fronte nord. La restante parte della facciata nord è rivestita in materiali vegetali collocati in tasche di feltro multistrato e fissati davanti al cappotto rasato.

La facciata verde inquadra la parte centrale del prospetto nord dell’edificio A, che è anche quella più articolata, contenendo logge e balconi. Il disegno dei parapetti di questa parte centrale di facciata richiama – nel colore verde e nella forma – la varietà del sistema vegetale, e funge da legante tra le ali della facciata verde. Su questa facciata sono presenti dei serramenti bovindi che, aggettando, si pongono al livello del rivestimento verde. Il fronte sud vede, per l’edificio B, lo stesso trattamento di facciata del fronte nord mentre, per l’edificio A, il rivestimento è composto da un cappotto rasato di colore grigio scandito da lievi nervature in rilievo che riproducono il passo della facciata in listelli di legno (scansione 9 e 18 cm). Allo stesso modo è trattata la facciata est dell’edificio A, prospiciente su un cortile di altra proprietà. La varietà delle facciate risponde anche a un criterio di differenziazione delle stesse in rapporto al loro diverso affaccio. La facciata più articolata a nord è anche la facciata di accesso mentre quelle a sud e est, affacciandosi su spazi non di proprietà, mantengono un carattere più sobrio anche se riportano motivi geometrici riconducibili al passo della facciata in legno.

Le demolizioni sono iniziate nel mese di agosto 2020 e sono terminate a marzo 2021. Nel mese di dicembre 2023 è terminata la costruzione delle strutture in elevazione.

The Nest, via Fontana