Ugolini Headquarters
La vegetazione mitiga la presenza dell’architettura, che reinterpreta con materiali e forme contemporanee le morfologie storiche lombarde.
interior design - 2014/2020
Torrevecchia Pia (PV) (Italia)
La storica azienda milanese Ugolini S.p.a., che produce macchine refrigeranti per bibite e gelati, festeggia i suoi 75 anni di attività con un nuovo headquarter direzionale e produttivo, che riunisce le attività finora presenti nella vicina località di Vigonzone (PV) e le funzioni amministrative e commerciali di Opera (MI).
Mitigare la percezione del clima industriale attraverso la presenza vegetale: questo principio ha guidato le scelte progettuali alla base dell’intervento, che prevede la realizzazione di tre corpi di fabbrica distinti disposti in un lotto trapezoidale di 64.000 mq, che giace lungo la ex Strada Statale 412, in posizione intermedia tra il nucleo urbano di Torrevecchia Pia e quello della frazione di Vigonzone.
Lo studio Barreca & La Varra si è occupato del progetto nella sua totalità: dal disegno del masterplan, al progetto architettonico, al landscape design fino all’interior design. L’input, fortemente desiderato dalla committenza sin dall’avvio delle attività progettuali, di concentrare in un solo ingresso l’accesso di tutti i dipendenti della società nonostante operino in diverse funzioni dell’headquarter (impiegati commerciali, amministrativi e operatori di produzione), ha determinato da subito la necessità di sviluppare un progetto che prevedesse forte fluidità, sia dal punto di vista della gestione dei layout interni, sia da quello volumetrico ed architettonico: è stata così individuata la soluzione morfologica a corte aperta. Mettendo a sistema le necessità spaziali tipiche del settore produttivo con quelle del terziario, è stato indispensabile prevedere uno studio strutturale che permettesse a sistemi costruttivi differenti (quella in opera per gli uffici e quella prefabbricata per magazzino e produzione) di coesistere, pur non inquinando l’immagine architettonica complessiva. I volumi risultanti intendono dare, anche grazie alla ripresa della forma “archetipa” della casa con tetto a falde, una scala “umana” e domestica al pur esteso complesso, e la loro composizione da alcuni punti di vista è capace di generare scenari quasi metafisici, ai quali la nebbia spesso presente nella zona contribuisce a fornire uno sfondo adeguato. Gli edifici quindi si compenetrano, pur rimanendo strutturalmente indipendenti, e tale interazione caratterizza i fronti architettonici che riflettono all’esterno il mondo strutturale a cui appartengono. Sono tre i materiali principali scelti per connotare i volumi degli edifici: una facciata ventilata in GRC grigio medio, pannellature prefabbricate in cemento trattate con differenti finiture, e la lamiera grecata verniciata, coronamento di tutte le coperture.
E’ proprio nella attenta ricerca di armonia e dialogo continuo tra gli elementi che si trova l’eccezionalità dell’intervento: l’intenzione di realizzare uno spazio di lavoro rigoroso e ordinato ha portato a condurre uno studio quasi ossessivo di rimandi materici e allineamenti tra elementi spaziali e architettonici a diversa scala (layout interno, disegno di facciata, organizzazione degli spazi esterni, arredo urbano), lasciando spazio però anche a oggetti e dettagli “eccezionali” e ricercati.
L’edificio per uffici di 3000 mq, distribuito su due piani, reinterpreta la morfologia della cascina lombarda a corte aperta, e abbraccia quattro grandi alberi che contribuiscono ad animare lo spazio collettivo. Quattro lobby di ingresso, delle quali due a doppia altezza molto luminose grazie ai lucernari zenitali, distribuiscono gli spazi interni di sale riunioni e uffici, per la maggior parte organizzati ad open space. Gli interni sono caratterizzati dall’accostamento di materiali sobri e raffinati, trattati con estrema ricercatezza e cura del dettaglio dagli artigiani, quali ad esempio le boiserie in legno massello che rivestono le lobby principali, in continuità con la pavimentazione delle scale, anch’essa lignea. Le spazialità interne sono costantemente interconnesse grazie alla presenza di ampie pareti vetrate che permettono di traguardare ambienti differenti e mantenere il contatto visivo tra gli utenti dell’edificio. Proprio per questo motivo sono stati scelti rivestimenti lignei anche per gli ambienti degli uffici, dove le pareti mobili e gli arredi perimetrali sono finiti in rovere.
Il richiamo all’ambiente produttivo è presente anche nelle pavimentazioni: nelle lobby le resine effetto cemento hanno le stesse cromie dei pavimenti industriali dello stabilimento e del magazzino, e negli ambienti lavorativi – gestiti con pavimentazione galleggiante per garantire massima flessibilità nei passaggi ed implementazioni impiantistiche – sono finite con lastre in gres effetto cemento rullato. Attiguo agli uffici è collocato lo spazio produttivo, di 5500 mq, visibile tramite aperture finestrate dalla sezione “ricerca e sviluppo” posta al secondo piano del corpo a uffici: il continuum volumetrico intende parificare ulteriormente i ruoli di impiegati produttivi e amministrativi, oltre che uniformare l’intervento nel suo complesso. L’edificio per il magazzino di 5700 mq è invece isolato, ha il fronte principale prospiciente il parcheggio – di 3000 mq con 180 posti auto dedicati ai visitatori e dipendenti – ed è accessibile su tutto il perimetro dagli automezzi.
Nella corte aperta, oltre ad un platano, un gelso, una quercia e un frassino, sono presenti quattro grandi corpi illuminanti a led circolari, alti 3 metri e con diametri che vanno dai 7 ai 9 metri, realizzati su disegno, che irrompono quali elementi “estranei” nel rigoroso e geometrico disegno generale. Anche nelle sistemazioni esterne sono tre gli elementi che definiscono il progetto: asfalto grigio, cemento architettonico beige, e prato estensivo. Di particolare rilevanza è il trattamento della pavimentazione della corte, che grazie ad inserti realizzati con sottili listelli in legno Mururè replica uno schema a casellario simile a quello utilizzato per le lastre di GRC (Glass Reinforced Concrete) in facciata. Lo stesso legno degli inserti viene anche utilizzato – questa volta in grandi assi – per finire le sedute sui bordi delle aiuole, veri e propri spazi di incontro e di sosta all’aperto.
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